lunedì 12 dicembre 2011

CAP 4

4- OTHER NATIVE VARIETIES: AUSTRALIA, NEW ZEALAND 
AND SOUTH AFRICA

Ciò che accomuna le varietà di questi tre paesi è l’origine comune: la classe operaia dell’Inghilterra sud-orientale, soprattutto il Cockney di Londra.
La colonizzazione inglese dell’Australia e della Nuova Zelanda è iniziata nel 1788 con l’istituzione della prima colonia penale australiana in cui furono trasferiti gli ex galeotti delle prigioni inglesi. Per questo motivo la lingua là trapiantata aveva molte caratteristiche non-standard degli strati sociali più bassi e meno colti (il Cockney). La deportazione era un sistema punitivo anche per la piccola criminalità, in quanto la popolazione rurale dell’Inghilterra era fortemente legata alla terra.

Popolazione e lingue ufficiali in Oceania.


4.1 AUSTRALIAN ENGLISH

Con la prima corsa all’oro australiana nel 1850 iniziarono le prime ondate migratorie, soprattutto dalle Midlands, dalla Scozia e dall’Irlanda (G.Blainey,1993), che portarono novità nel linguaggio locale, per esempio l’adozione di numerose parole irlandesi (tucher = food, provisions; paddock = field). Analogamente a quanto avvenuto in America, avvenne un processo di livellamento che rese l’Australian English (AusEng) uniforme e omogeneo.
I militari americani arrivati sull’isola durante la II Guerra Mondiale influenzarono ulteriormente il linguaggio, con l’introduzione di parole come okay, you guys, gee (= cribbio), cowboy (R.Mannell, 2009). In quei casi in cui il vocabolario Americano e inglese differiscono, gli australiani usano un termine locale (peperone US: bell pepper, UK: red or green pepper, AusEng: capsicum) o adottano il termine americano (eggplant UK: aubergine) o il termine britannico (mobile phone US: cell phone).
Oggi l’Australia conta circa 20 milioni di abitanti, quasi tutti di lingua inglese. Gli aborigeni che parlano le loro lingue non costituiscono più dell’1% della popolazione.

L’ Australian English (AusEng), comprende il gruppo di dialetti parlati in Australia e forma una importante varietà dell’inglese. Esso, nonostante non abbia uno status ufficiale nella costituzione, è de facto la lingua ufficiale e la prima lingua di una grande maggioranza della popolazione.
Certi elementi delle lingue aborigene sono state adottate dall’inglese australiano, soprattutto nomi di luoghi (Canberra), della flora e della fauna (dingo, kangaroo) e della cultura locale (boomerang), diventati poi internazionali.
Si distinguono tre varietà sociali di AusEng (Mannell, 2009):
  • Cultivated AusEng: molto vicino allo SBE e alla Received Pronunciation, è parlato da una minoranza di persone adulte ed è ritenuto snob perchè in passato era il linguaggio delle alte classi sociali;
  • General AusEng: ritenuto il più neutro e parlato soprattutto nelle città dalla classe media. È usato nelle trasmissioni televisive, nella pubblicità e nei film;
  • Broad AusEng: parlato dalle classi più povere e meno istruite soprattutto nelle aree rurali, è la varietà più stigmatizzata e meno prestigiosa. È denominato talvolta Strine o Strayan e un parlante di questo dialetto viene chiamato Ocker o Bogan. I Bogans tendono ad elidere le consonanti e a parlare lentamente (drawl = cadenza strascicata).
Le caratteristiche dell’AusEng sono:
PRONUNCIA
  • come nel cockney, DIPHTHONG SHIFT: late e paper hanno il dittongo /ai/ e suonano come light e piper nella RP; price ha il dittongo /ɔi/; stone si legge /ʌu/; mouth si pronuncia /æu/;
  • l’intonazione è simile al Canadian Raising;
  • è una varietà non rotica;
  • la pronuncia varia leggermente a seconda della regione.
GRAMMATICA E LESSICO
  • si usa il pronome youse per la seconda persona plurale;
  • she per riferirsi a oggetti, piante e mestieri;
  • ricco è il lessico locale: kangaroo, boomerang, sheila (“ragazza”), bush;
  • come nel Cockney è presente il rhyming slang, che consiste nella sostituzione di una parola con un’altra che rima con quella sostituita (Martin Place - una piazza di Sidney - per face);
  • uso di cooee per indicare la distanza (“England weren’t within cooee of beating Australia at cricket”);
  • termini particolari: outback (entroterra), dinky-di o dinkum (vero), creek (fiumiciattolo), bush (boscaglia), arvo (pomeriggio), barbie (barbecue), pressie (regalo), Aussie (australiano);
  • lo spelling australiano segue solitamente quello britannico (favour, organise) tranne alcune eccezioni (program, jail).


I don’t hate white people
I don’t save black people
I won’t help kill you
Strangled oppressed rushin afraidness
For youse.
[…]
(For Youse, Lionel Fogarty 1982)
Nella poesia di Fogarty, viene usato youse come pronome per la seconda persona plurale. Questa caratteristica è tipica dell’AusEng.


[…]
Kadaichda man
Crosses the river
Cooee where the cows were,
Dingo sky blazes.
(Bush Christmas, S.K.Kelen)
In questa poesia Kelen utilizza “cooee” che in AusEng indica distanza. Vi è inoltre, la parola dingo che fa parte del lessico locale.


[…] and every arvo after school we’d go down there
among the dripping, fungi-ridden shafts […]
(Sue Edwards, 1954 Julian Croft)
Croft usa la parola “arvo” che in AusEng significa “afternoon”.

Altre opere e poesie in AusEng sono reperibili sul sito www.poetrylibrary.edu.au

L’AusEng utilizza, come il Cockney da cui è derivato, il rhyming slang:
nail and screws = news
forgive and forget = cigarette
froth and bubble = trouble
curry and rice = price
Ducks’n Geese = police
Oxford Scholar = dollar
Saint Louis Blues = shoes
Ginger Beer = ear


PIDGIN WORKING ENGLISH
Clyne (1975) definisce “ Pidgin Working English” l’inglese parlato da lavoratori immigrati in Australia da molti paesi europei e mediorientali con lingue materne differenti tra loro. Esso è caratterizzato da:
  • cancellazione di articoli e preposizioni;
  • uso del negativo invariabile no: “I no come in the outside”;
  • cancellazione del pronome soggetto: “No speak German”;
  • assenza di inversione nelle domande: “Why you come to Australia?”;
  • sintassi semplice.

AUSTRALIAN ABORIGINAL ENGLISH
Questa varietà di inglese è la prima, e per quanto riguarda i bambini aborigeni la sola, lingua degli aborigeni australiani. In aree più remote, però, è la seconda o terza lingua dopo le lingue tradizionali e i creoli. Ci sono tuttavia numerosi dialetti regionali di Aboriginal English (poliziotto: in Western Australia = monatj, in Queensland = booliman, in New South Wales = gunji) che rappresenta un continuum che va da una forma simile all’AusEng a una forma creola.
Benché sia una lingua prevalentemente orale, inizia ad essere anche usata in alcune pubblicazioni. L’Aboriginal English è diverso dall’AusEng nella grammatica, nell’accento e nell’uso del linguaggio e ciò può avere serie implicazioni soprattutto nell’educazione e nel sistema legale. Per questo motivo molti stati hanno adottato programmi scolastici per coloro che parlano l’Aboriginal English e si sono verificati grandi sviluppi nel riconoscimento di questa varietà nel sistema legale in seguito a numerosi casi che coinvolgevano testimonianze di parlanti (ad esempio nel Queensland si è redatto il manuale Aboriginal English and the Courts www.courts.qld.gov.au).
Le caratteristiche dell’Aboriginal English mostrano spesso una continuità con le lingue aborigene (ad esempio mother significa sia madre che zia, per una tendenza aborigena a trattare una zia come una madre). Esso è un potente veicolo per esprimere l’identità aborigena.
Per comunicare con i nuovi arrivati, gli aborigeni usavano una forma semplificata di inglese chiamata pidgin-english. Nelle generazioni successive questo pidgin iniziò ad asuumere una importante funzione comunicativa tra i diversi gruppi aborigeni che non avevano una lingua comune, cosicché esso si espanse linguisticamente e socialmente. Ciò portò alla nascita dei vari dialetti di inglese aborigeno e delle due lingue creole delle zone settentrionali (creoli di Kriol e di Torres Strait). In alcune aree, invece, l’Aboriginal English non si sviluppò dal pidgin english, ma dall’aborigenizzazione dell’inglese che assunse l’accento, i termini, la grammatica e i modi di parlare delle lingue locali.


Yanulu August-rla Brisbane-kirra Yurrampi craft-wardinkgki-patu second National Indigenous Business Conference.
(estratto di un quotidiano pubblicato in Aboriginal English)
Traduzione:
In August, Yurrampi Crafts travelled to Brisbane to attend the second NIBC.

www.hawaii.edu/satocenter7langnet/definitions/aboriginal.html vocabolario e caratteristiche dell’Aboriginal English.


4.2 NEW ZEALAND ENGLISH
L’Oceania è la regione nella quale l’inglese è arrivato e si è consolidato come lingua nativa più recentemente. Tuttavia la Nuova Zelanda è uno dei paesi più monolingui al mondo (Mazzon, 1994) dato che il 95% della popolazione parla solo inglese. Persino la minoranza maori, che costituisce il 12%, non parla quasi più la lingua degli antenati. Negli ultimi anni si è, però, fatto un tentativo di rivitalizzazione del maori, cosicché è stato introdotto come lingua co-ufficiale nelle corti di giustizia. Una particolare varietà di inglese locale è il Maori English, parlato dove il maori è ancora in uso.
La colonizzazione della Nuova Zelanda è iniziata nel 1840 ma non fu mai adibita a colonia penale. Prima vi si insediarono gli scozzesi e poi i membri della classe operaia londinese.

Le principali influenze sul NZEng derivano dall’AusEng, dal British English, dall’irlandese, dallo scozzese e dal maori. Dall’inizio dell’insediamento britannico sull’isola, un nuovo dialetto iniziò a formarsi adottando parole maori per descrivere la flora e la fauna locali (McCrum, 1986).
I linguisti distinguono tra due accenti zelandesi: Pakeha English e Maori English.

Il New Zealand English (NZEng), è caratterizzato da:

PRONUNCIA

  • il NZEng è molto simile a quello australiano dato che la colonizzazione è avvenuta nella stessa epoca;
  • come l’AusEng, è caratterizzato dal Canadian Raising;
  • è una varietà non rotica, tranne per il cosiddetto Southland burr, un dialetto semi-rotico influenzato dallo scozzese e parlato in Southland e a Otago;
  • la New Zealand viene chiamata “Newzild”;
  • i participi passati come grown e thrown sono pronunciati in due sillabe con l’aggiunta della schwa /-oʊ.ɘn/;
  • /ɪ/ (sit, winner) è pronunciato /ə/; /ei/ (day, pain) è pronunciato /æe/; /ɑɪ/ (my, wise) è pronunciato /ɑe/.

GRAMMATICA E LESSICO

  • la grammatica coincide con quella dell’AusEng;
  • il lessico è legato a prestiti dal maori o a neologismi per descrivere l’ambiente circostante.
  • vocaboli particolari: chilly bin (ghiacciaia, UK: cooler, AusEng: esky), dairy (negozio di alimentari aperto fino a tardi, UK: convenience store, AusEng: milk bar, deli), jandals (infradito, UK: flip-flops, AusEng: thongs);
  • Nel discorso informale alcuni zeelandesi usano she al posto di it (“She’ll be right” significa “It will be ok”);
  • Vocaboli maori: kia ora (hello), kai (food).


Here am I, here am I
Here am I swiftly moving by
The power of my karakia for swift movement
[…]
He brought back down
The Basket of Knowledge
The Basket called Aronui.

(The Three Baskets of Knowledge)
Questo canto zelandese contiene numerosi nomi Maori e vi è l’inversione verbo soggetto (“Here am I”). Numerose poesie NZEng si possono trovare sul sito www.nzetc.org


Gli inni nazionali della Nuova Zelanda sono due: “God save the Queen” (inno britannico) e “God defend New Zealand”.



4.3 SOUTH AFRICAN ENGLISH

Lingue ufficiali dell’Africa.

La colonizzazione europea del Sud Africa partì all’inizio del 1600 ad opera di inglesi e portoghesi, ma la prima colonia fu fondata nel 1652 dagli olandesi. Nel 1806 Città del Capo passò agli inglesi e questo portò all’avvio dell’attività missionaria rivolta ai neri e ai coloured (meticci) che, quindi, avvicinò per la prima volta le popolazioni indigene alla lingua inglese. Tuttavia il potere coloniale preferì sviluppare l’insegnamento scolastico nelle lingue locali per tenere lontani gli indigeni dalla cultura della madrepatria, per impedirgli di comunicare fra loro e per non rischiare che si aggregassero in un unico movimento anticolonialista.
Il primo atto di politica linguistica in Sudafrica fu, nel 1822, la sostituzione dell’olandese con l’inglese come lingua ufficiale. Per questo motivo furono importati dalla Gran Bretagna insegnanti e curati. Una seconda ondata migratoria dalla Gran Bretagna nel 1848-62 portò alla diffusione dell’inglese oltre i confini di Città del Capo.
La scoperta di miniere d’oro e di diamanti portò all’annessione del Transvaal alle colonie britanniche e, di conseguenza, alle guerre anglo-boere (i boeri erano i discendenti dei coloni olandesi) nel 1881 e 1899-1902 che videro la sconfitta dei boeri, chiamati anche afrikaners. L’amministrazione britannica, dunque, anglicizzò i boeri. Al momento della nascita dell’Unione del Sudafrica (1910), entrambe le lingue furono comunque riconosciute come ufficiali.
Nel secondo dopoguerra fu istituito l’apartheid, cioè la politica di segregazione razziale del governo di etnia bianca.
 Con la fine dell’apartheid nel 1994, la nuova Costituzione del 1996 riconobbe 11 lingue ufficiali: sepedi, sotho, tswana, siswati, venda, tsonga, afrikaans, inglese, ndebele, xhosa e zulu.

In Sud Africa l’inglese è parlato come prima lingua da circa due milioni di bianchi, ma è usato praticamente da tutti (afrikaans, immigrati indiani, popolazioni autoctone zulù, bantù) come seconda lingua. È la lingua principale del commercio e dell’industria e la lingua della comunicazione interetnica e pannazionale. Il modello linguistico di riferimento non è più lo SBE, ma la varietà autoctona, il South African English (SAE) riconosciuto come la lingua della democrazia raggiunta.
Il SAE e il suo slang si è anche diffuso nei paesi vicini: in Namibia, Zimbabwe, Botswana e Zambia.
Nel 1961 a Pretoria, la capitale amministrativa del Sudafrica, è stata fondata la English Academy of Southern Africa (EASA, www.englishacademy.co.za), l’unica accademia mondiale per l’inglese, con lo scopo di difendere il ruolo dell’inglese contro la pressione dei sostenitori dell’Afrikaans.

Il SAE può essere suddiviso in tre varietà (Lass, 2002):
  • Conservative SAE: parlato dai più anziani e dalle donne delle classi sociali più alte. È una varietà in recesso e molto simile allo SBE e alla RP.
  • Respectable SAE: è parlato dalle classi medie; è quello considerato più neutro;
  • Estreme SAE: è parlato soprattutto dai maschi delle classi sociali più basse e risente del sostrato afrikaans; è fortemente stigmatizzato.

Caratteristiche del Respectable SAE:

PRONUNCIA

  • è non rotico;
  • i dittonghi /ai/ e /eə/ sono pronunciati /a:/ e /e:/;
  • la pronuncia è simile a quella del NZEng.
GRAMMATICA
  • non si discosta molto da quella dello SBE;
  • is it?” è usato come domanda di conferma in tutti i contesti;
  • now/just now sono usati per descrivere un’azione futura (“I’m coming just now”);
  • aggettivo+infinito: (“I’m busy relaxing” = mi sto rilassando).

VOCABOLARIO

  • numerosi sono i prestiti dalle lingue locali e dall’afrikaans (boer, apartheid, commando, coloured), alcuni dei quali sono entrati a far parte dello SBE, mentre altri sono rimasti locali;
Esempio tratto dal “Sunday Times” sudafricano (tutti i termini in corsivo derivano dall’afrikaans, la lingua usata originariamente dai boeri sudafricani): “It is interesting to recall that some verkrampte (intollerante) Nationalists who pose now as super Afrikanders, were once bittereinder bloedsappe (membri ultraconservatori dello United Party -l’ex South African Party-)”.
  • uso di parole dello SBE con significato diverso: robot (“semaforo”), location (“ghetto”), township (“favela”);
  • termini in comune con il GenAm: mom (UK: mum), freeway (UK: motorway), cellphone (UK: mobile), buck (UK: money);
  • parole tipiche: tackie (UK: trainers), bakkie (UK: pick-up truck), lekker (UK: nice), dagga (UK: cannabis), braai (UK: barbecue), jol (UK: party).

It is interesting to recall that some verkrampte (intollerante) Nationalists who pose now as super Afrikanders, were once bittereinder bloedsappe (membri ultraconservatori dello United Party -l’ex South African Party-)”.
(“Sunday Times” sudafricano) www.timeslive.co.za
I termini in corsivo derivano dall’afrikaans, la lingua usata originariamente dai boeri.

[…] Uit die blou van onse hemel,
Uit die diepte van ons see,
Oor ons ewige gebergtes,
Waar die kranse antwoord gee,

Sounds the call to come together,
And united we shall stand,
Let us live and strive for freedom,
In South Africa our land.
(Inno nazionale sudafricano)
La prima strofa dell’ inno nazionale sudafricano è in Xhosa, la seconda in Zulu, la terza in Sotho, la quarta in Afrikaans, e l’ultima in inglese. Queste sono 5 delle 11 lingue nazionali del Sud Africa.


Tsamina mina eh eh
Waka waka eh eh
Tsamina mina zangalewa
This time for Africa.
(This time for Africa, Shakira)
Nella famosa canzone cantata da Shakira per I mondiali 2010, si mescolano frasi in inglese a termini africani: “waka waka” è di origine camerunense e significa “cammina, cammina”, “Tsamina mina” sono delle onomatopee bantu e “zangalewa” significa “chi te l’ha raccontato”.







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